“RELICS” di Sogni di Pietra

Scavavo a S. Antimo, furiosamente, sotto la pioggia gelida, da sola.
Per recuperare esasperati frammenti di vita senza ragione, senza “valore”.
E tutto scivolava tra il fango, i miei piedi, le mie mani, quei poveri oggetti, la giusta misura tra l’agonia e il buon senso.
E tutto parlava di incontri, come la prima volta a Genova sotto il diluvio, mentre la ruspa si portava via pezzi di ceramica colorata in piazza Caricamento e menomale pioveva così non si vedevano le mie lacrime e menomale c’era un rumore d’inferno che copriva la mia voce.
Relitti.
Con la faccia bagnata e i capelli grondanti promisi di raccontare la storia di ognuno di quei relitti senza senso, raccontando storie di uomini conosciuti anche solo per un attimo attraverso una pennellata, un suono, un sapore.
Presenze nelle assenze.
“Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di provincie, di regni, di montagne, di baie, di navi, di isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l’immagine del suo volto.”
J. L. BORGES

 

1935281_101459036536478_2101815_nAlessandra Angeloni per “Sogni di Pietra”
21 novembre 2009

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